IL TERZO CHAKRA

Il terzo chakra, dal sanscrito Manipura, “gemma luminosa”, si trova all’altezza dello stomaco (plesso solare) e il suo elemento è il Fuoco. Quando riceviamo input dal mondo esterno, questo centro energetico ha il compito di trasformare l’energia istintuale dei chakra inferiori in vere e proprie azioni manifeste. Il nostro radicamento (primo chakra), i nostri bisogni e le nostre emozioni (secondo chakra) si attuano nel mondo proprio attraverso tale trasformazione. Questo avviene grazie a un Io Cosciente, detto anche Ego, che gestisce i nostri istinti decidendo quali assecondare e i modi nei quali manifestarli.

Il terzo chakra coinvolge una sfera complessa e delicata della nostra vita poiché è attraverso quello che scegliamo di attuare nel mondo che dichiariamo noi stessi. Proprio per questo è legato all’autostima, alla capacità di autocontrollo e alla nostra volontà.

Se intanto che guido qualcuno mi taglia la strada, potrò essere chiamata a gestire rabbia e/o paura e, in base a ciò che si muove in me, decidere come comportarmi. Potrò insultare o suonare il clacson, trattenere la rabbia o far finta di nulla, vergognarmi o decidere di non guidare più. Tutti noi, ogni giorno, affrontiamo situazioni che ci obbligano a scegliere come agire. Ed è proprio in questa incessante scelta che avviene il nostro Processo di Individuazione: azione dopo azione, scoprendo chi siamo, abbiamo la concreta possibilità di evolvere.

COME E QUANDO SI SVILUPPA IL TERZO CHAKRA?

Il terzo chakra si sviluppa tra i 18 mesi e i 4 anni. È proprio in questo periodo della nostra vita che inizia a emergere il nostro Io Cosciente: diventiamo sempre più consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni, di come agiamo nel mondo, delle decisioni che prendiamo e, soprattutto, di quello che il mondo si aspetta che noi facciamo. In altre parole possiamo dire che, con lo sviluppo del nostro Io Cosciente, la mente inizia a gestire i nostri istinti inconsci (primo e secondo chakra) per consentirci di scegliere cosa fare e come farlo.

Uno dei passi fondamentali di questo complesso e delicato processo avviene intorno ai 2 anni. A questa età iniziamo, tra le altre cose, a stabilire un rapporto tra linguaggio (verbale e non verbale) e azione: se nostra madre ci dirà di non picchiare nostra sorella cercheremo di mantenere quel concetto per limitare i nostri impulsi aggressivi. E sarà proprio attraverso l’interiorizzazione di tale concetto che conosceremo i nostri istinti, che li verificheremo e scopriremo. A differenza degli stadi di sviluppo del primo e del secondo chakra, mano a mano che questa consapevolezza evolve, siamo chiamati a operare un controllo, a riflettere e a concettualizzare causa ed effetto: se mi faccio la pipì addosso mi bagno, se tocco la stufa rovente mi brucio, se picchio mia sorella vengo punita. Iniziamo a comprendere che abbiamo degli impulsi interni da gestire e che possiamo farlo attraverso volontà e autocontrollo.

Questi, e molti altri, sono i passaggi che progressivamente ci fanno conoscere i nostri istinti: quel lato “ombra” inconscio che possiamo scoprire solo attraverso il modo in cui scegliamo di agire nel mondo.

L’ENERGIA OPPOSTA DEL TERZO CHAKRA: LA VERGOGNA

La vergogna è l’emozione che viviamo quando siamo spinti a fare qualcosa che va contro le attese degli altri. Quando, invece, manchiamo nelle aspettative verso noi stessi ci sentiamo in colpa. In estrema sintesi possiamo dire che è la stessa emozione, ma la prima è rivolta verso gli altri mentre la seconda è rivolta a noi stessi. Per quanto queste emozioni abbiano tra loro confini labili, se ci vergogniamo impediamo la trasformazione dell’energia dei chakra inferiori in azione reale e concreta. E, nel fare questo, ci allontaniamo dalle nostre parti più profonde e autentiche.

Ad esempio, se proviamo vergogna a mostrare una parte del nostro corpo (magari perché non conforme a certi canoni estetici), attraverso il nostro Io Cosciente cercheremo in tutti i modi di coprirla e nasconderla. Al posto che goderci una bella giornata al mare, saremo ossessionati dalla sua imperfezione o da come gli altri la guarderanno. Finiremo, così, per soffocare, attraverso la mente e il controllo, il nostro bisogno di rilassarci o di farci un bagno rinfrescante. Questo è un banale esempio che, però, racchiude un meccanismo con cui molti di noi si relazionano al mondo e verso se stessi. Facendoci perdere qualsiasi tipo di spontaneità, lasciamo spazio solo all’analisi e al controllo.

Quando, per un motivo o per un altro, soffochiamo i nostri istinti (come la fame, la rabbia, il bisogno di riconoscimento o di riposo) finiamo per relegare nell’oscurità delle parti di noi. E se ci comporteremo “male” o sperimenteremo delle cadute nel nostro vigile autocontrollo, il senso di inadeguatezza e la vergogna si faranno più invadenti. In questo modo perderemo contatto con la nostra identità profonda (primo chakra), coi nostri bisogni (secondo chakra) e l’energia necessaria a conoscerci davvero per evolvere.

IL PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE: LATO OMBRA VS. IO COSCIENTE

Se primo e secondo chakra sono regni prettamente inconsci, è nel terzo chakra che ha luogo l’Individuazione: quel processo di consapevolezza che ci consente di abbracciare la vastità dell’inconscio per integrare aspetti non ancora sviluppati di noi stessi. Ed è proprio il nostro Io Cosciente che, contemporaneamente, ci divide dai nostri istinti inconsci e ci consente di integrali. Infatti, se da una parte ci divide dagli impulsi che interferiscono con la realizzazione a cui esso stesso è orientato, dall’altra ci consente di sviluppare il senso di unità dell’ “Io”.

Se Mara, da bambina, è stata costantemente punita perché si muoveva senza permesso, è probabile che abbia imparato a sopprimere il proprio bisogno di autonomia e indipendenza. Il suo Io Cosciente, negli anni, avrà imparato a bloccare quell’istinto celandolo nelle profondità di se stessa. Ma, poiché l’Io Cosciente ha anche il potere di unire, Mara, attraverso l’analisi del suo agire, potrà rendersi conto delle sue attitudini dando il via al suo Processo di Individuazione. Ed è questa consapevolezza che le consentirà di staccarsi progressivamente dall’approvazione altrui per raggiungere e affermare se stessa.

Un reale Processo di Individuazione consente ai nostri istinti di espandersi al di là dell’ Io Cosciente. È attraverso tale processo che superiamo le abitudini inconsce, i termini in cui permettiamo agli altri di definirci e che iniziamo a differenziarci. Solo quando reclamiamo il nostro potere personale entriamo in contatto con quell’energia che ci permette di conoscere le parti più profonde di noi stessi. Solo in questo modo avremo la concreta possibilità di evolvere e realizzarci.

Fonti: Anodea Judith; Il libro dei chakra; Il sistema dei chakra e la psicologia; Neri Pozza Editore, Vicenza

Di Margherita Sartori – Counselor a Indirizzo Ipnotico

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